en

 en



Nel mese di giugno 2022 l'asta dei dipinti sarà dedicata a un'importante selezione di opere firmate da grandi Maestri antichi, dell'800, del '900 e contemporanei.

Di grande pregio le "Bagnanti" di Felice Carena, dipinto che ha partecipato alla XV Esposizione Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, dove al maestro venne dedicata una mostra individuale nella sala n.5. L'opera qui presentata è una grande tavola (102x110) di stupenda materia pittorica e di felicissima composizione.

Ubaldo Oppi ebbe un eccellente esordio nella sua vita artistica a livello internazionale esponendo in importanti manifestazioni pubbliche soprattutto a Parigi (Salon des Indepéndants nel 1919-1920-1921 e Salon d'Automne nel 1922). Il suo momento di maggior rilievo fu quando, su iniziativa di Margherita Sarfatti, si costituì il gruppo dei sette pittori del Novecento Italiano (con Oppi vi erano Bucci, Dudreville, Funi, Malerba, Marussig e Sironi) che tenne la prima famosa esposizione alla Galleria Pesaro nel 1923. Successivamente Oppi si allontanò in qualche modo dal gruppo ed è del 1929, anno particolarmente felice per la pittura italiana, questa bellissima "Ragazza Cadorina". Il quadro, di grande virtuosismo pittorico, più volte esposto, ben rappresenta la passione che l'artista aveva in questo periodo per le figure umili, sanamente paesane dei borghi di montagna.

Del grande maestro torinese Felice Casorati troviamo una fusione in bronzo intitolata "Incontro con la musica (1924-2000)" ricavata da uno dei gessi che l'artista fu chiamato a realizzare per il "Teatrino" di Riccardo Gualino nel 1923, che costituì a Torino uno dei banchi di prova dell'opera d'arte totale, spazio non solo contenitore ma espressione di contenuti e di principi estetici. Casorati fece da guida al giovane architetto Alberto Sartoris nel produrre uno spazio "ideale" e un'atmosfera metafisica simili a quelli che nascevano nelle sue tele. La decorazione era costituita, oltre da due statue poste ai due lati del proscenio (una rappresentante la commedia, l'altra la tragedia), da quattordici bassorilievi inseriti come metope nel fregio che percorreva l'estremità superiore delle pareti del teatro. Dei bassorilievi, andati distrutti con l'intera casa di via Galliari, restano oggi alcune copie in bronzo patinato, tra le quali questa da noi presentata.

Sempre di Felice Casorati la tempera su cartoncino "Uova sul tappeto" del 1955, pubblicata a colori sul catalogo generale delle opere dell'artista.

Ancora, del grandissimo maestro Giorgio de Chirico un tipico "Cavallo fuggente", olio su tela, degli anni 1970, registrato presso la Fondazione Isa e Giorgio de Chirico.

Citiamo inoltre opere di Carlo Levi, Francesco Menzio, Umberto Lilloni, Italo Mus e Domenico Maria Durante, dimenticato pittore piemontese, anche calciatore (difese la porta della Juventus come secondo portiere per 11 stagioni). Nella sua professione di artista, partecipò a molte esposizioni e fu più volte invitato alla Biennale di Venezia. Si distinse come finissimo pittore di figura.

Troviamo anche Piero Ruggeri, Virgilio Guidi e Renato Birolli, che giovanissimo, a soli 23 anni, fece parte di un gruppo di avanguardia con Guttuso, Manzù, Sassu ed altri. Nel 1937 partecipò alla Fondazione del Movimento di Corrente, mentre dopo la seconda guerra mondiale si traferì a Parigi subendo l'influenza di Matisse e Picasso. Dopo un'esperienza post-cubista, si orientò verso una forma di lirismo astratto.

Poi ancora Mario Tozzi, sposatosi con una giovane francese, si stabilì a Parigi dove espose al Salon des Artistes Indépendantes, al Salon d'Automne, e al Salon des Tuileries. Nel 1926 espose alla prima mostra di Novecento e fondò il gruppo dei Sette (Les italiens de Paris) con Campigli, de Chirico, de Pisis, Paresce, Savinio e Severini. Tornò a Roma nel 1936, ed espose alle Biennali nel 1938 e 1942. Dopo un periodo di gravi problemi di salute, presente tuttavia a Venezia nel 1948 e 1954, riprese ad esporre nel 1958 e nel 1960 si stabilì a Suna. In questo periodo sono molto conosciuti i suoi dipinti con "fondi bianchi" rappresentanti teste femminili.

Tra le sculture spicca "La primavera Italica" del 1925/1928, si tratta della fusione in bronzo del bozzetto della "Primavera Italica" del Monumento ai Caduti di Casale Monferrato eseguita da Leonardo Bistolfi, del quale è inutile dire che, dopo un periodo giovanile vicino alla scapigliatura, si distinse nella maturità ai massimi livelli mondiali della scultura liberty.





129   HERMANN NITSCH
Vienna (Austria) 1938 - 2022 Mistelbach (Austria)

"Senza titolo" 2003
300x200 olio e tecnica mista su tela
Opera firmata e datata al retro
Autentica dell'artista su fotografia

Venduto a € 100.000 + d.a.






87   FELICE CASORATI
Novara 1883 - 1963 Torino

"Incontro con la musica" (1924-2000)
140x92,5 bassorilievo in bronzo a cera persa, es. III/VI
Opera siglata e numerata in basso a destra; sul bordo esterno destro in basso è presente un quadratino in bronzo recante impronta digitale di Francesco Casorati
Autentica su fotografia di Francesco Casorati rilasciata a Torino il 22/12/03 e registrata con il numero 1167 Archivio Francesco Casorati, Torino.
Bib.: - Catalogo generale delle opere di Felice Casorati, vol. III, n. 36SC. pag. 69, pubblicata b/n tavola fuori testo.

Allegata all'opera dichiarazione manoscritta del professor Francesco Poli: "Torino 25/1/22/ In relazione alla scheda n. 36 sc del catalogo/ generale delle opere di Felice Casorati, volume III, si precisa quanto segue: i bassorilievi in bronzo/ tiratura postuma, sono in sei esemplari/ segnati in numeri romani e non, come/ erroneamente indicato sulle schede, in numeri/ arabi./ Le dimensioni indicate nelle schede fanno/ riferimento a quello del gesso originale/ da cui sono tratte le opere in bronzo e/ quindi sono leggermente più piccole/ Francesco Poli".

Provenienza: opera acquistata direttamente da Lazzarini Arte & Antiquariato, Torino.

I bassorilievi del teatro Gualino "Fu un atto di coraggio quello di concedere carta bianca a un pittore perché facesse dell'architettura.
Io speravo che, appunto perché immune dalle regole della tradizione, Casorati avrebbe risolto in modo originale il problema. La mia aspettativa non andò delusa. La sala è rettangolare, di colore grigio; il soffitto semplice, a sagome angolari.
Una fascia di circa un metro di altezza, fra pareti e soffitto, avente una serie di bassorilievi, illuminati da luce nascosta, è la nota decorativa dell'ambiente e in pari tempo l'unica sorgente luminosa. Cento seggioloni di legno nero lucido con cuscini grigi salgono a scalinata; il velario è di panno grigio, filettato di rosso; ai lati del boccascena due piedistalli scarlatti sostengono due statue grigie del Casorati. Il pavimento nero completa l'armonia in grigio-nero-rosso. Il teatrino comunicava colla mia abitazione, che presentava grande interesse per la collezione di oggetti d'arte disposta ogni anno in modo differente. Unica luce era quella proveniente dagli oggetti illuminati, cosicché si attraversavano le sale fra gli sguardi di Antonello o di Tiziano, di Cimabue o di Botticelli, tra smalti e ceramiche, tra statue cinesi e sculture romaniche.
Dopo lo spettacolo, gl'invitati solevano dal teatrino recarsi in casa a trascorrervi un'ora; nulla sembrava loro più interessante del mutamento radicale, del passaggio repentino dall'emozione dello spettacolo presentato nella sala del teatrino lucida e austera, alla visione del passato sintetizzata da pochi capolavori opportunamente messi in rilievo. L'accesso al teatrino, ricavato in piccolo vano, con giuoco audace di grossi archi e di basse volte, così da farlo sembrare di molto più vasto, tutto grigio e nero, fu una delle cose più belle ideate dal Casorati."
(Riccardo Gualino: "Frammenti di vita e di pagine sparse", Roma, 1966, p. 109)

Opere dal teatrino privato di Casa Gualino (Torino - 1923).
Il teatrino privato di casa Gualino costituì a Torino uno dei banchi di prova dell'opera d'arte totale, quell'opera che vede l'artista impegnato nella creazione di uno spazio costruito e decorato, progettato e arredato per rappresentare un'opera d'arte fine a se stessa, uno spazio non solo contenitore ma espressione di contenuti e di principi estetici. Felice Casorati ed Alberto Sartoris furono chiamati da Riccardo Gualino a realizzare il teatrino della casa di via Galliari nel 1923.
Il più anziano pittore fece sicuramente da guida al giovane architetto, nell'intento di produrre uno spazio "ideale" simile a quello che nasceva nelle sue tele, un'atmosfera metafisica conseguenza di un calibrato accordo di colori, forme e linee. La decorazione era costituita, oltre che da due statue poste ai lati del proscenio (una rappresentante la commedia, l'altra la
tragedia), da quattordici bassorilievi inseriti come metope nel fregio che percorreva l'estremità superiore delle pareti del teatro. Questi bassorilievi realizzati in gesso costituivano un "compromesso" tra l'architettura e la decorazione dello spazio. Non più pittura, non solo decorazione, ancora architettura. I soggetti rappresentati si riferivano a scene del mondo animale e di vita pastorale, i cui protagonisti erano gli stessi dei coevi dipinti di Felice Casorati: nudi esili, dormienti abbandonate, linee pure, misurate, ponderate, spazi ideali costruiti come scenografie fiabesche, metafore del luogo "altro" popolato dai personaggi casoratiani.
Dei bassorilievi, andati distrutti con l'intera casa di via Galliari, restano oggi alcune copie conservate in collezione privata, non solo quali preziose opere d'arte ma anche come testimonianza di un momento storico in cui Torino credette nella modernità ed inseguì il sogno dell'opera d'arte totale.
Eva Brioschi (dall'archivio Felice Casorati) Opere eseguite in bronzo patinato, tratte da una serie di bassorilievi in gesso, creati da Felice Casorati per il teatrino di casa Gualino (1923-24).
Le opere in gesso sono pubblicate sul volume edito dalla Fondazione CRT (Torino, novembre 2000) "Lionello Venturi e la pittura a Torino 1919-1931" (tav. 85 e tav. 90), e sono attualmente in collezione privata. I bassorilievi, un tempo creduti persi in seguito all'abbattimento del teatrino Gualino, sono gli originali, dai quali sono state tratte le fusioni in bronzo, materiale nobile, giustamente voluto per garantire "eternità" alle opere originali, realizzate in gesso, materia per sua natura non longeva, sia per il decadimento naturale, sia per il rischio di eventuali rotture.
Secondo la legislazione sono considerate "opere prime" originali fino a nove riproduzioni, in questo caso eseguite in tiratura numerata, di soli sei esemplari e catalogata nell'archivio dell'artista.

Valutazione su richiesta

163   LEONARDO BISTOLFI
Casale Monferrato (AL) 1859 -1933 La Loggia (TO)

"La primavera Italica" 1925/1928
H. cm 45,5x22x22 scultura in bronzo con base in travertino
Opera siglata nel bronzo e firmata nel lato destro della base
Si tratta della fusione in bronzo del bozzetto della "Primavera Italica" del Monumento ai Caduti di Casale Monferrato (1925/1928)

RENATO BIROLLI
Verona 1905 - 1959 Milano

"Centro d'equilibrio" Milano 1959
Olio su tela 49,8x70 cm
Opera non firmata e non datata. Al retro iscritto: "Renato Birolli / Milano 1959" ed etichetta della Galleria Narciso, Torino, con menzione del titolo
Opera registrata presso l'Archivio Renato Birolli di Milano con il numero 1959-1
Esposizioni:
10 aprile-8 maggio 1969, Torino, Galleria Narciso, “L’ultima stagione di Renato Birolli”
Bibliografia:
M.Dalai Emiliani, catalogo della mostra “L’ultima stagione di Renato Birolli”, Torino, 1969
Z.Birolli (a cura di), “Renato Birolli. Catalogo generale delle opere”, Feltrinelli, Milano, 1978, riprodotto a pagina 330

Galleria Sant'Agostino, Torino






Esposizione da martedì 7 a domenica 12 giugno - Orario continuato 10-19

Telefono: (+39) 011.437.77.70
E-mail: info@santagostinoaste.it
WhatsApp: (+39) 011.437.77.70

Asta 203 - Dipinti
Torino, 13 giugno 2022


Tornata unica

Ore 16:00 dal lotto 1 al lotto 177
Esposizione da martedì 7 a domenica 12 giugno - Orario continuato 10-19
Telefono: (+39) 011.437.77.70
E-mail: info@santagostinoaste.it
WhatsApp: (+39) 011.437.77.70