Registrarsi è semplice: è sufficiente inserire i dati nel modulo di registrazione, inviare copia della Carta d'Identità e del Codice Fiscale, a tutto il resto pensiamo noi.
L’iscrizione dà la possibilità di fare offerte durante l'esposizione d'asta, di monitorare lo stato delle proprie offerte (anche se fatte direttamente nella nostra sede) e di partecipare all'asta in sala e dal sito internet.
Non hai un accesso?
ACCEDI
Negli anni della prima maturità Felice Vellan aveva un'aria intensa e ispirata, da compositore mitteleuropeo più che da artista sabaudo (sebbene fin dall'adolescenza si compiacesse d'ostentare un eccentrico abbigliamento da pittore): lo sguardo severo e concentrato di chi non riesce ancora a divagare dai dilemmi della propria interiorità, la bocca piegata da un'espressione seria se non addirittura amara, i capelli come costantemente agitati da un vento spirituale, dal soffio irrequieto dell'impeto e della passione; una testa romantica, insomma, quasi beethoveniana, una maschera drammatica indossata – a tratti – almeno fino alla quarantina inoltrata, età che visse nel pieno del ventennio littorio, essendo nato a Torino l'11 gennaio 1889. Col passare del tempo, poi, prese progressivamente il sopravvento una certa vena comica e umoristica, finanche istrionica, indole comunque innata e mai sopita in Vellan (Felice di nome e di fatto?), che trasformò il suo volto solcato dagli anni, già di per sé assai caratterizzato ed espressivo, in qualcosa di bizzarramente simile a una maschera popolare piemontese; è il personaggio caratteristico e caratterizzato che conoscono i più, vivace protagonista della vita culturale della sua città, bevitore incallito, gaio animatore del Circolo degli Artisti, dove la cosiddetta Tampa – goliardica taverna e cenacolo d'arte all'interno dell'aulico Palazzo Graneri – fu a lungo il suo regno giocondo, vernacolare, burlesco. Fino alla morte (stridente inciampo la morte di un gaudente!), che lo colse ormai anziano, avvenuta il 31 luglio 1976 per le conseguenze di una caduta in Valle d'Aosta.
Continua a leggere...
Scriveva Marziano Bernardi, decano della critica torinese, in un ricordo apparso sul quotidiano "La Stampa" del 1º agosto 1976: «Aveva 87 anni [...], ma ancor l'altro giorno, all'inaugurazione della mostra di Dedalo Montali alla Promotrice, ci era venuto incontro col suo amichevole sorriso aperto, partecipando al convegno con una scioltezza fisica ed una vivacità intellettuale sorprendenti in un uomo di così grave età, parlandoci della sua prossima partenza per Pré Saint Didier dove, come al solito, avrebbe dipinto con la consueta freschezza di una prodigiosa energia che non molto tempo fa aveva vinto un grave attacco alla sua fortissima fibra». Seguiva un'affabile notazione sul lato umano del personaggio, ben noto per il suo altruismo e la sua magnanimità (per anni insegnò gratuitamente disegno a un ospite del Cottolengo, visitandolo ogni settimana): «Se in quest'ora triste particolarmente per l'arte torinese chiamiamo "grande cuore" quello di Felice Vellan (Vellano il suo vero nome), è perché la cordialità, la bontà, la spontanea generosità manifestata con inalterabile finezza di sentimento, la fedeltà nelle amicizie, furono le belle e primarie qualità umane che affioravano dal suo animo sereno in ogni occasione si presentasse di solidarizzare con il prossimo bisognoso di aiuto [...]». Ma è verso il fondo dell'articolo che i nodi vengono al pettine, se si sanno ascoltare con la giusta attenzione le parole del critico: «Come risposero le doti del pittore alle qualità del temperamento dell'uomo? Si può rispondere che la collimazione fu perfetta. La chiarezza della visione nel percepire i caratteri del motivo, la capacità tecnica affinata dalla lunghissima esperienza, la disposizione istintiva a tradurre il "vero" (quel "vero" da cui mai si allontanò, sordo alle sirene di gusti a lui estranei) in immagini semplici, di immediata percettibilità, lo condussero a un'espressione chiara e cordiale, non "problematica", che il pubblico gradiva come il dono di un amico».
Ancora più sibilanti le riflessioni a seguire: «Ma questo stesso pubblico tra cento dipinti di cento diversi autori subito riconosceva "il Vellan": il che significa che questo pittore di non grandi voli, non innovatore ma in grado di capire ed apprezzare le innovazioni dei colleghi più "avanzati", s'era fatto uno stile, e nel suo specifico linguaggio aveva trovato le parole adatte per comunicare i propri sentimenti, e soprattutto il suo immutabile amore per la pittura. E forse per questo era divenuto uno dei pittori più simpatici, certo il più popolare, della cerchia artistica torinese: nella città che tante volte aveva ritratto in ogni luogo ed in ogni stagione, pur sapendone spesso evadere per essere presente nelle maggiori esposizioni nazionali, da Roma a Venezia». Finalmente Bernardi – già autore di un pezzo celebrativo per l'ottantesimo compleanno di Vellan, uscito il 21 febbraio 1969 sul medesimo quotidiano torinese – giungeva per gradi alla chiusa: «Fosse nato mezzo secolo prima sarebbe entrato senza contrasti nella grande scia della pittura narrativa, compatta nella fiducia della realtà. Visse in una stagione artistica di gran lunga più travagliata per il crollo di tante vecchie idealità. Faceva parte della sempre più esigua schiera degli "ultimi", ma confortato dal favore di un pubblico vasto. Pensiamo tuttavia che, lasciando la sua fida compagna, abbia chiuso gli occhi con la coscienza di aver speso bene i settant'anni d'un lavoro che aveva dato gioia a lui e a centinaia di suoi estimatori». Sì, una carriera lunga settant'anni non è assolutamente una cosa comune e, avendo essa attraversato entrambi i conflitti mondiali, superò due fasi epocali di cambiamento, passando dagli estremi bagliori della Belle Époque, spazzati via dalla Grande guerra, alla rivoluzione sessantottina. Un bel trauma, in effetti.
Va inoltre ricordato che, quando Marziano Bernardi redasse il suo commiato su "La Stampa", l'Arte Povera era in pista praticamente da un decennio, solo per fare un esempio eclatante. Perciò ai contemporanei in generale e non solo ai proseliti di Germano Celant, Vellan doveva sembrare davvero una sorta di revenant, una presenza fantasmatica legata a un mondo ormai scomparso, sommerso nella vaga dimensione della memoria, sotterrato da una modernità sempre più spinta e in accelerazione sempre più vertiginosa. Anche se il vecchio pittore godeva ancora di una certa celebrità locale e di un certo prestigio, non si può pretendere che nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso lo si "leggesse" nella giusta prospettiva storico-critica: era troppo presto e la percezione della sua personalità troppo ravvicinata, la visione troppo distorta dalla mancanza di stacco temporale (ed emotivo, vorremmo aggiungere), in un'epoca ormai distante anni luce per gusto e sensibilità da tutto ciò che egli rappresentava. Il problema, però, si ripresenta quasi immutato oggi, aggravato anzi dal fatto che, più o meno a partire dal volgere del nuovo millennio, il nome di Vellan, ben lungi dal suonarci familiare, è stato via via rimosso dagli orizzonti della storiografia critica e del collezionismo nostrano, fatta salva una nicchia illuminata di studiosi ancora legati alla cultura del territorio e di appassionati lodevolmente indifferenti all'andamento ondivago delle mode e del mercato. Perciò questa asta e questa mostra – che propongono un nucleo di opere, oggetti e documenti di Vellan provenienti dal mitico studio di corso Galileo Ferraris, finora preservato dagli eredi – hanno un valore altamente simbolico nel voler ricordare e proporre al pubblico un artista adesso così colpevolmente trascurato, completamente dimenticato dalla sua città, fatta salva la memoria che meritoriamente ne conserva il Circolo degli Artisti, luogo vellaniano per eccellenza, custode di un fondo (soprattutto fotografico e documentale) di notevole importanza.
Scarica il catalogo
È questa, dunque, l'occasione giusta per ripercorrere le tappe di una vita e di una carriera oltremodo lunghe e interessanti, che meriterebbero di essere ristudiate dalle fondamenta e approfondite da qualche giovane storico dell'arte, ideologicamente non condizionato e dotato di buona volontà. Diamo giusto qualche spunto rapsodico, qualche suggestione pizzicata qua e là: conseguito il diploma alle scuole tecniche, Felice si iscrisse ai corsi serali di nudo e di ornato promossi dal Comune, per formarsi poi – finita la leva nel IV Reggimento bersaglieri di stanza a Torino alla caserma Ceppi – con l'ottocentista Giovanni Guarlotti, il quale lo considerava suo allievo a tutti gli effetti; nei primi anni frequentò soprattutto i pittori Filippo Omegna (cugino di Guido Gozzano, anch'egli in confidenza col giovane Vellan, al pari di un altro poeta crepuscolare, il fragile Giulio Gianelli), Lidio Ajmone, Cesare Ferro, Alessandro Lupo, Oreste Pizio, Metello Merlo, che più avanti avrebbe sposto sua sorella Anna, e lo scultore Giovanni Riva. Nel 1912 iniziò a esporre – ancora come Felice Vellano – alla Società Promotrice delle Belle Arti, che accettò il dipinto In Val d'Angrogna - Torre Pellice; intanto collaborava con regolarità a popolari giornali umoristici e satirici quali 'l Birichìn, Pasquino, Torino ride, Numero. Richiamato alle armi durante la Prima guerra mondiale, fu assegnato al VII Reggimento bersaglieri, che aveva il suo deposito a Brescia nella caserma Goito. Rientrato nell'ambiente torinese alla fine del conflitto, Felice si iscrisse subito al Circolo degli Artisti, presso cui avrebbe ricoperto per anni la carica di consigliere e vicepresidente; al Circolo, in quanto neofita, gli venne inizialmente affidata la carica di "prim Badola", ossia di svampito, di allocco, e Giulio Boetto fu nominato suo "secondo". Diventato ufficialmente un protagonista della scena artistica torinese, Vellan cominciò a uscire dai confini nazionali, esponendo dipinti e incisioni alla Biennale di Venezia a partire dal 1924 (la kermesse lagunare lo vide presente anche nel 1926, nel 1936 e nel 1938). Nel 1926 soggiornò a lungo nell'isola d'Elba: «Di giorno pitturavo, di sera montavo sulle lampare», raccontava in prima persona Vellan, in una memoria autobiografica pubblicata postuma nel 1980 per i tipi delle Edizioni Vitalità, a cura di Ernesto Caballo, «e coglieva anche me il capriccio matto dell'angelico Van Gogh che intendeva dipingere la notte e i suoi astri portando un cappello coronato di candele». All'Elba sarebbe tornato nel 1927 e nel 1928, mentre in precedenza era stato in Abruzzo, a Scanno e a Francavilla al Mare, dove aveva avvicinato un Francesco Paolo Michetti «ormai vecchio ma schiattante di umori e di voglia di nuovi quadri». In Val Gardena, invece, Felice continuò a seguire il suo adorato filone montano e a St. Moritz, nel 1929, incontrò Gottardo Segantini, figlio del genio divisionista. Appassionato d'opera e di teatro, argomenti che costituivano (oltre al tema della montagna) i principali spunti di conversazione con un altro cultore della materia, Cesare Maggi, il nostro eclettico artista frequentava il drammaturgo Sem Benelli nel castello di Zoagli e si cimentò anche nella recitazione, comica ovviamente: con Dina Galli e Amerigo Guasti, ad esempio, che nel 1930 – nell'ambito di una festa torinese – lo invitarono a recitare su un palco improvvisato la parte buffonesca del soldato Bidone. «Recite a braccio, su palcoscenici improvvisati», ricordava, «ne feci anche con Angelo Musco e Gilberto Govi, altre allegrissime, crepitanti forze della natura [...]». Nel 1932 soggiornò ad Albisola, collaborando con la manifattura ceramica di Tullio Mazzotti, la M.G.A., allora avamposto dei futuristi di seconda generazione; qui produsse, tra le altre cose, un piccolo complesso di cinque musicisti jazz, modello rarissimo, presente in asta e in mostra nell'esemplare di proprietà dell'autore stesso, documentato da alcune preziose fotografie d'epoca.
Tra parentesi: il rapporto in ambito plastico tra Vellan (amico di Mino Rosso) e il secondo futurismo è un capitolo che in primis meriterebbe di essere approfondito. Dall'ottobre del 1943 all'aprile del 1945 il pittore si recò assiduamente nelle Valli di Lanzo, dove eseguì vari schizzi di vita partigiana. L'immediato dopoguerra prese il "la" con una mostra di successo allestita alla Galleria Fogliato, che diede simbolicamente inizio a una lunga e fortunata stagione, quella della tarda maturità, durata praticamente un trentennio.
Stanziale e nomade a un tempo, così lo ha definito Caballo, Vellan se ne stava con un piede nel suo Circolo degli Artisti e con l'altro, sovente, nell'Europa centro-orientale: in Bulgaria una tribù di Tartari lo proclamò suo alto dignitario con diritti ereditari e non fu facile convincere quegli "amici" a esimerlo da tale onore. Viaggiò incessantemente in Francia, Spagna, Africa, America, India, Sri Lanka, rischiando un esotismo fuori tempo massimo, ma senza cadervi mai, grazie al suo estro e alla sua intelligenza pittorica, che qualcuno ha voluto definire da «etnografo». Nomadismo, quello dell'artista, in parte legato al fascino che su di lui esercitavano i gitani: «È noto il fascino da gran tempo esercitato su Vellan dal costume e dalle scene della vita zingaresca», osservava Luigi Carluccio, citando i «vivacissimi acquerelli e le luminose tempere»; nei raduni mondiali di Gonzaga, in provincia di Mantova al confine con l'Emilia Romagna, Felice ricevette le credenziali di "pittore di corte" degli zingari, con libertà d'accesso alle tende dei capi.
Gran parte del caleidoscopico universo esistenziale e creativo poc'anzi brevemente rievocato, legato alla personalità esuberante di Felice Vellan, riemerge da questa singolare asta monografica, che è al contempo un doveroso omaggio espositivo, arricchito e integrato da alcune opere e da un certo numero di documenti cartacei provenienti da collezioni private e dal fondo del Circolo degli Artisti di Torino. Attraverso circa un centinaio di lavori – realizzati in un arco cronologico che va dagli anni della Grande guerra alla fine degli anni Sessanta – si può ammirare praticamente tutto il ventaglio espressivo dell'autore, caratterizzato da un disegno insieme rapido e saldo, nonché da un dipingere "cordiale" ed estroso, sempre sciolto come una conversazione in dialetto e privo di qualsiasi altezzosa rigidità, talora nervoso, guizzante, volutamente svelto, ma mai scostante e, soprattutto, mai "molle", mai snervato. Tutto il ventaglio espressivo e tematico di Vellan, dicevamo: la pittura di paesaggio, all'interno della quale spiccano le nevi e le marine, suoi cavalli di battaglia, gli autoritratti, i ritratti e i quadri di figura, le testimonianze "etnografiche" del consumato pittore di viaggio, l'illustrazione per i cartelloni pubblicitari, le ceramiche futuristeggianti e quelle più umoristiche, spiritose... A latere e in appendice non vanno dimenticate le testimonianze degli amici pittori e scultori, che a volte lo ritraggono affettuosamente: un ispiratissimo dipinto di Oreste Pizio, che coglie un Vellan ancora giovane e "romantico" mentre dipinge un quadro di montagna, un superbo, nobile gesso patinato di Michelangelo Monti, una piccola terracotta caricaturale di Franco Garelli, per citare tre esempi. Infine ci sono gli oggetti prediletti, gli ombrelli naturalmente (l'artista si dilettava nel dipingere la loro parte di tessuto) e due splendide ceramiche austriache degli anni Trenta, che ci illuminano su quanto fosse in realtà raffinato il gusto e il sentire di Vellan, attento a certi moduli europei, da lui reinterpretati e originalmente ricondotti in ambito regionale.
Armando Audoli
Venduto a € 4.000 + d.a.
Venduto a € 3.000 + d.a.
Venduto a € 1.700 + d.a.
Venduto a € 1.200 + d.a.
Venduto a € 1.100 + d.a.
Venduto a € 800 + d.a.
Venduto a € 700 + d.a.
Venduto a € 600 + d.a.
Venduto a € 550 + d.a.
Venduto a € 500 + d.a.
Venduto a € 400 + d.a.
Venduto a € 350 + d.a.
Venduto a € 300 + d.a.
Telefono: (+39) 011.437.77.70 E-mail: valutazioni@santagostinoaste.it WhatsApp: (+39) 011.437.77.70
Venduto a € 200 + d.a.
Venduto a € 150 + d.a.
Venduto a € 250 + d.a.
Stima € 750 / € 1.000 Aggiudicatelo Subito € 500
Stima € 1.500 / € 2.000 Aggiudicatelo Subito € 1.000
Stima € 300 / € 400 Aggiudicatelo Subito € 200
Stima € 450 / € 600 Aggiudicatelo Subito € 300
Stima € 200 / € 300 Aggiudicatelo Subito € 150
1. La Sant’Agostino Casa d’aste (d’ora in avanti “S.A.”) agisce in qualità di mandataria con rappresentanza in nome proprio e per conto di ciascun venditore, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1704 c.c., non acquista né assume obblighi in proprio ed è tenuta a rispettare il prezzo di riserva degli oggetti posti in vendita del venditore.
2. La vendita può essere per asta e/o per trattativa privata. Per asta è da intendersi: a) in sala, b) per offerta scritta, c) al telefono, d) on-line e viene effettuata al maggior offerente e si intende unicamente regolata per cassa. L’asta è preceduta da un’esposizione dei lotti che consente all’acquirente di esaminare lo stato di conservazione, constatarne l’autenticità, la tipologia e la provenienza e chiarire eventuali inesattezze e/o errori del catalogo. Resta inteso che le descrizioni riportate nel catalogo d’asta rappresentano l’opinione dei nostri esperti. Chi fosse impossibilitato alla visione diretta delle opere, può chiedere l’invio di una scheda dettagliata dello stato di conservazione con relative foto digitali. Tali informazioni, riflettono unicamente opinioni personali; pertanto, nessun operatore della S.A. può essere ritenuto responsabile di eventuali errori e/o omissioni ivi contenute. Successivamente all’esposizione e alla relativa aggiudicazione non si accetta alcun reclamo in merito alle condizioni dei singoli lotti, né la S.A. potrà essere ritenuta responsabile per i vizi relativi ai lotti stessi.
3. All’atto delle aggiudicazioni l’acquirente è tenuto a versare un acconto e a completare il pagamento entro il giorno successivo alla vendita. Alla cifra di aggiudicazione vanno aggiunti i diritti d’asta a carico dell’acquirente, nella misura del 22% da modulare IVA inclusa fino all’importo di 50.000,00 e in ragione del 15% IVA inclusa per l’eventuale importo eccedente i 50.000,00, se non diversamente specificato. In caso di mancato pagamento, entro il predetto termine, la S.A. avrà diritto, a propria discrezione, di: a) restituire il bene al mandante esigendo - a titolo di penale - dall’ acquirente moroso, il pagamento delle commissioni perdute; b) agire in via giudiziale per ottenere l’esecuzione coattiva dell’obbligo d’acquisto; c) vendere il lotto tramite trattativa privata o in aste successive per conto e a spese dell’aggiudicatario moroso, ai sensi dell’art. 1515 c.c., salvo in ogni caso il diritto al risarcimento dei danni tutti. Decorso il termine di cui sopra, la S.A. sarà comunque esonerata da ogni responsabilità nei confronti dell’aggiudicatario moroso in relazione all’eventuale deterioramento o deperimento degli oggetti ed avrà diritto di farsi pagare per ogni singolo lotto i diritti di custodia oltre ad eventuali rimborsi spese per trasporto al magazzino, come da tariffario a disposizione dei richiedenti. Qualunque rischio per perdita o danni al bene aggiudicato si trasferirà all’acquirente dal momento dell’aggiudicazione.
4. L’acquirente deve ritirare i lotti acquistati a sua cura, rischio e spese entro e non oltre dieci giorni dalla fine della vendita. Oltre tale termine verrà applicata una penale pari al 5% per il mancato ritiro dei lotti acquistati. Le consegne dei lotti venduti avverranno presso la nostra sede, sempre a cura e spese degli aggiudicatari ed unicamente a seguito del pagamento di quanto ancora dovuto e della sottoscrizione dell’avvenuta presa visione dello stato dell’opera stessa. Qualora l’aggiudicatario richieda la spedizione a cura della S.A., resta inteso che tutte le responsabilità e le spese relative (imballo, trasporto e assicurazione) saranno a suo esclusivo carico, con espressa e totale manleva in capo alla S.A..
5. I lotti sono aggiudicati dal Direttore della vendita, qualora sorgessero contestazioni circa l’assegnazione dei lotti durante l’asta, è insindacabile facoltà del banditore adottare qualsiasi provvedimento per tutelare il venditore. Lo stesso può, inoltre, a sua assoluta discrezione ed in qualsiasi momento della vendita: a) ritirare un lotto, b) fare offerte consecutive o in risposta ad altre offerte nell’interesse del venditore, fino al raggiungimento del prezzo di riserva, c) adottare qualsiasi provvedimento che ritenga idoneo alle circostanze, come abbinare e/o separare i lotti, d) variare l’ordine previsto nel catalogo.
6. Per partecipare all’asta: - in sala: è necessario registrarsi e ritirare la propria paletta numerata previa esibizione di: 1) documento d’identità non scaduto, 2) codice fiscale, 3) carta di credito, 4) sottoscrizione del modulo di registrazione. La paletta dovrà essere restituita alla fine dell’asta (dopo aver firmato il verbale in caso di aggiudicazione). La S.A. si riserva il diritto di negare a chiunque, a propria discrezione e in ogni momento, l’ingresso nei propri locali e la partecipazione all’asta, nonché di rifiutare le offerte di acquirenti non conosciuti o non graditi, a meno che venga lasciato un deposito ad intera copertura del prezzo dei lotti desiderati o fornita altra adeguata garanzia. In seguito a mancato o ritardato pagamento da parte di un acquirente, la S.A. potrà rifiutare qualsiasi offerta fatto dallo stesso o da un suo rappresentante nel corso di successive vendite. I Clienti non saranno autorizzati a ritirare gli oggetti acquistati fino a quando il relativo pagamento non sarà andato a buon fine. - tramite offerta scritta: è necessario compilare l’apposito modulo presente sia sul catalogo che sul sito internet. Le offerte scritte non devono essere inferiori alla base d’asta e devono pervenire entro 24 ore dall’inizio della gara. Le offerte sono valide qualora siano superiori al massimo prezzo battuto in sala. A parità di offerta l’aggiudicazione andrà all’acquirente presente in sala. In presenza di più offerte di pari importo per uno stesso lotto, lo stesso verrà aggiudicato alla prima offerta pervenuta. Le offerte scritte sono irrevocabili. Nel presentare la propria offerta, l’offerente si assume la responsabilità personale di corrispondere il prezzo di aggiudicazione comprensivo dei diritti d’asta, di ogni imposta dovuta e di qualsiasi altro onere applicabile. L’incarico di esecuzione di ordini per corrispondenza viene assunto senza impegno dalla S.A. la quale non assume alcuna responsabilità per eventuali errori e omissioni nella gestione delle offerte. - al telefono: è necessario compilare l’apposito modulo presente sia sul catalogo che sul sito internet. Le richieste di partecipazione telefonica possono essere relative unicamente a lotti con base d’asta superiore a 500,00 €. In presenza di offerte di pari importo la S.A. darà precedenza all’offerta pervenuta per prima. - on-line: è necessario registrarsi sulla pagina preposta. Il banditore può accettare offerte provenienti dal web durante l’esecuzione di un’asta. La S.A. non si assume alcuna responsabilità per la mancata esecuzione di un’offerta on-line per errori od omissioni in relazione a questa attività.
7. Non si accettano contanti quando il valore dell’operazione, anche frazionata, è complessivamente pari o superiore a 5.000,00 €. Si accettano pagamenti: - a mezzo assegno circolare non trasferibile intestato a Sant’Agostino Casa d’Aste S.r.l. u.s., Corso Tassoni 56, 10144 Torino; - a mezzo versamento sul c/c postale 60169521 intestato alla Sant’Agostino Casa d’Aste S.r.l. u.s.; - a mezzo bonifico bancario presso la Banca di Caraglio, Corso Sebastopoli 235, Torino - 10137 sul c/c 000280100344 intestato alla Sant’Agostino Casa d’Aste S.r.l. u.s., IBAN: IT51 G084 3901 0010 0028 0100 344 - BIC/SWIFT : CCRTIT2TCAR.
8. Per gli oggetti sottoposti a notifica dello Stato, ai sensi degli artt. 2, 3 e 5 della legge 1 gennaio 1939 n. 1089, gli acquirenti sono tenuti all’osservanza delle disposizioni vigenti in materia. Gli acquirenti dovranno versare il 10% del prezzo di aggiudicazione a titolo di deposito e completare il pagamento allo scadere del periodo richiesto dallo Stato per la prelazione. Se il diritto di prelazione venisse esercitato, la S.A. restituirà l’intera somma versata.
9. La voltura e il trasferimento di proprietà sono sempre a carico dell’acquirente.
10. Le presenti Condizioni di vendita, regolate dalla legge italiana, sono accettate tacitamente da tutti i soggetti partecipanti alla procedura di vendita e restano a disposizione di chiunque ne faccia richiesta.
11. Per qualsiasi controversia dovesse insorgere è stabilita la competenza esclusivamente del Foro di Torino.
Direttore responsabile: Vanessa Carioggia
1. Le condizioni di vendita sono quelle specificate sul catalogo d’asta.
2. L’offerta per corrispondenza è valida fino a quando sia superiore al massimo prezzo battuto in sala. A parità di offerta l’aggiudicazione andrà all’acquirente presente in sala.
3. Nel caso ci giungessero, per uno stesso dipinto, più offerte di pari importo, l’opera verrà aggiudicata alla prima offerta pervenutaci.
4. I lotti vengono acquistati per ordine del committente al prezzo più basso possibile (che può essere inferiore al prezzo indicato nell’ordine).
5. L’incarico di esecuzione di ordini per corrispondenza viene assunto senza impegno dalla galleria la quale non assume alcuna responsabilità per eventuali errori e omissioni nella gestione delle offerte.
6. Nel presentare la propria offerta, l’offerente si assume la responsabilità personale di corrispondere il prezzo di aggiudicazione comprensivo dei diritti d’asta, di ogni imposta dovuta e di qualsiasi altro onere applicabile.
7. La Casa d’Asta si riserva in diritto di richiedere il versamento di una caparra pari all’importo dei diritti d’asta a garanzia dell’offerta pervenuta.
La Galleria risponde di ogni lotto.
DIPINTI, SCULTURE E MOBILI Le misure dei dipinti vanno intese altezza per base. Per le sculture, i mobili, ecc., le dimensioni indicano l’ingombro massimo dell’oggetto e le misure seguono l’ordine: altezza, larghezza e profondità. Se la datazione di un’opera è riportata tra parentesi, la data va considerata puramente indicativa.
LOTTI CON ILLUMINAZIONE Tutti i lotti contenenti componenti elettriche vengono messi in vendita come non funzionanti e da revisionare integralmente. Sant’Agostino Casa d’Aste si manleva da qualsiasi responsabilità verso chiunque per uso improprio dei lotti venduti o per la non osservanza delle avvertenze. Si ricorda la necessità, prima dell’utilizzo dei lotti, di far verificare da personale esperto e di fiducia dell’acquirente, il corretto funzionamento di tutte le parti elettriche.
CONDITION REPORTS La condizione dei lotti non è inclusa in alcuna descrizione. I condition reports sono disponibili a richiesta presso la Sant’Agostino Casa d’Aste. Sant’Agostino Casa d’Aste raccomanda di controllare con attenzione i condition reports di ciascun lotto per il quale si desidera fare un’offerta.
IMMAGINI DEI LOTTI Le fotografie di pendole, orologi da polso, tasca e gioielli presenti sul catalogo non sono in scala 1:1, ma sono volte alla massima rappresentatività e visibilità degli stessi.
OROLOGI Le descrizioni riportate in catalogo degli orologi, siano essi da tasca, da polso, domestici o di altra natura, anche relativamente allo stato di conservazione e ad eventuali restauri, vengono fornite a titolo di orientamento per i potenziali acquirenti, ma non possono essere in nessun modo ritenute esaustive. Anche la Scheda che la S.A. invierà su richiesta del potenziale acquirente, non riveste carattere di totale completezza e potrebbe non segnalare difetti e/o restauri. Tali Schede sono prodotte dai nostri esperti dopo analisi al vero dei pezzi, ma su base soggettiva e non costituiscono ad alcun titolo elemento di dichiarazione o garanzia che possano sostituire l’esame diretto da parte degli interessati all’acquisto. Tutti gli orologi dovranno quindi essere preliminarmente esaminati in modo adeguato dal potenziale acquirente per poterne completamente accertare lo stato, sia estetico che meccanico e funzionale. I lotti sono venduti nello stato di fatto e la mancata indicazione di un difetto o di un restauro non implica che tale difetto o restauro non possa sussistere. Gli orologi, in quanto beni di natura meccanica e di uso, sono per loro stessa natura oggetti utilizzati e manutenuti, e, se necessario, riparati, nel corso della loro esistenza: essi vengono analizzati dagli Esperti in fase di preparazione dell’asta, ma la S.A. non assume alcuna garanzia circa il loro stato di funzionamento, la presenza di parti non originali o di restauri. I meccanismi degli orologi, se non diversamente specificato, si intendono funzionanti ma non revisionati e non ne è stata verificata la precisione. Nel caso di presenza di movimenti al quarzo non vengono date informazioni sullo stato di funzionamento, se la batteria interna, al momento della verifica da parte degli Esperti, risultasse scarica. I documenti relativi agli orologi, se non specificato diversamente, non sono presenti. I cinturini ed i bracciali, se non specificato diversamente, sono da ritenersi non originali. I cinturini, le custodie o le casse o altra parte degli involucri in materiale organico, eventualmente presenti, sono mostrati montati in fase di prevendita a puro scopo di presentazione: i potenziali acquirenti sono consapevoli che l’importazione in Paesi stranieri di materiali provenienti da specie in pericolo di estinzione, quali, a titolo di puro esempio, tartaruga ed avorio, è soggetta alla normativa internazionale CITES. E’ quindi indispensabile che il potenziale acquirente provveda ad informarsi adeguatamente, in fase preliminare, relativamente a tali restrizioni, se intende partecipare all’asta per un lotto che contenga, anche solo in parte, materiali di questa tipologia.
ORO, ARGENTO E GIOIELLI Tutte le informazioni dei punzoni dei metalli, sulla caratura ed il peso dell’oro e dell’argento, dei diamanti e delle pietre di colore sono da considerarsi puramente indicative e approssimative e la S.A. non può essere ritenuta responsabile per eventuali errori contenuti nelle suddette informazioni e per le falsificazioni ad arte degli oggetti preziosi. La S.A. non garantisce i certificati eventuali acclusi ai preziosi eseguiti da laboratori gemmologici indipendenti, anche se riferimenti ai risultati di tali esami potranno essere citati a titolo informativo per gli acquirenti. Se non diversamente specificato gli oggetti in oro si intendono al titolo 750/1000, quelli in argento 800/1000.
Asta 269 - VellanTorino, giovedì 2 ottobre 2025